All’inizio dell’84, partecipa al group show di Los Angeles “Il modo italiano”, dislocato tra i vari campus dell’università della California. Oltre alla presentazione di un corpus di opere storiche, Boetti realizza un mosaico murale inedito e permanente, di 3 x 3 metri, traduzione in ceramica bianca e nera del meccanismo di Alternando da 1 a 100 e vice versa; i disegni preparatori furono affidati all’invenzione degli studenti. L’opera è inserita stabilmente nella parete ovest del Fi- ne Arts Building della California State University di Northridge.
Scrive allora Louise Lewis, direttore della galleria dell’Università: “[…] un’opera seducente e provocatoria. Un godimento visivo ed un codice mentale. Il materiale della piastrella induce un’esplorazione tattile della superficie, uno dei pochi casi in cui si incoraggia il visitatore a toccare l’opera d’arte”.
Il 12 giugno partecipa a “Coerenza in coerenza. Dall’Arte Povera al 1984”, a cura di Germano Celant, presso la Mole Antonelliana di Torino. Tra le opere più recenti esposte: Ordine e Disordine del 1980, istallazione di cento piccoli ricami, Quattro Moli del 1982 (ovvero quattro Pier Piet a biro su carta) e Ottobre ’83, Novembre ’83 e Dicembre ’83, presentati per la prima volta insieme.
Nuovo studio in via del Pantheon: la magnifica sagoma architettonica ricorrerà d’ora in poi in numerosi appunti e disegni dell’artista, accompagnando spessissimo la sua firma: “all’amato Pantheon” o “Accanto al Pantheon” che diventerà persino il titolo del volume di fotografie di Randi Malkin-Steinberger, scattate tra marzo e giugno dell’89 nello studio di AB e pubblicato nel 1991 da Prearo, con diversi testi di critici scelti dall’artista.
Nascono nuove composizioni con tecnica mista su carta, che verranno presentate a settembre nella mostra al Petit Palais di Ginevra, organizzata dalla Galleria Erick Frank, e successivamente, ad ottobre, nell’esposizione “Disegni 1984”, presso la Galleria Franz Paludetto di Torino. Questi nuovi disegni-collage molto colorati (ad esempio Nuotando al gerundio) comportano sempre l’inserimento di elementi calligrafici, libere riflessioni, appunti privati eseguiti da AB con la mano sinistra, come ad esemplificare la sua dichiarazione: “scrivere con la sinistra è disegnare”.
“Perché ‘nuotare’ è ‘tuffarsi’ e non nuotarsi eppure il riflessivo dovrebbe valere per entrambe il ‘fare’. Rimane in comune lo stesso elemento liquido H2O dove il corpo viene compreso e compresso in ogni sua parte. Come l’aria ma con più ‘senso’. Così tra nuoti e tuffi finisce la mia ultima serata di agosto millenovecentoottantaquattro. A Roma abbastanza felice”.
In questi disegni il fitto brulicare della “natura, faccenda ottusa” evolve verso un’armonia sempre più lieve, con “giungle” di tigri, pantere, scimmie, rane, pesci e “piscine di tuffatori” di pompeiana memoria. Eseguiti in serena solitudine senza intervento altrui, nascono per una sorta di naturale bilanciamento rispetto alla pratica delegata che caratterizza le opere a biro e gli arazzi.
“Concentrarsi su se stessi o disperdersi all’esterno frantumarsi polverizzarsi divenire mille gocce che scenderanno che scenderanno su mille fiumi d’erba ed ogni gocci ha il suono-la sua nota così che la pioggia farà musica e si diffonderà col vento (…) pioggia e vento- energie dolce e violente ma forse il momento migliore è l’attimo prima della pioggia o la limpida calma prima che il vento si alzi”.
Tra i piccoli ricami quadrati ancora affidati alle ricamatrici in Afghanistan, nascono nuove frasi tra cui Divine astrazioni, Verba volant scripta manent, I sfregi e gli sfregi.
Il 15 dicembre alla Pinacoteca Comunale di Ravenna si inaugura un’importante mostra antologica intitolata “Alighiero Boetti”. L’esposizione presenta più di cinquanta opere dagli anni sessanta (come Lampada Annuale del ’66 o le Colonne del ’68), periodo Arte Povera, alla svolta concettuale degli anni settanta (Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione del ’69) fino alla produzione più recente, in cui compaiono le copertine di Ottobre 83 o il disegno Articolazione del 1984 (immagine utilizzata come invito).
In quest’occasione viene pubblicato un volume, Alighiero & Boetti, a cura di Alberto Boatto, che documenta non solo l’insieme delle opere esposte ma costituisce una monografia con un ampio apparato bibliografico (curato da Guido Nati) che si pone come aggiornamento generale rispetto al catalogo di Basilea del 1978.