AB continua a focalizzare la propria attenzione sui lavori “privati” eseguiti su carta: si afferma la presenza allegra di una giungla di animali e l’utilizzo della tecnica della carta pieghettata.
Febbraio, Gallerie Liliane & Michel Durand-Dessert di Parigi, collettiva “Arte Povera 1965-1971”: AB è presente insieme a tutti gli artisti fondatori del movimento. Sono esposti la sua Catasta del ’67 (in dodici elementi), un grande Mimetico dell’80 e l’opera intitolata Verso sud… del ’68 passata in quell’occasione nella collezione permanente del Musée National d’art moderne, Centre Georges Pompidou.
Se le collettive mettono l’accento sugli anni sessanta e settanta, le molte personali svoltesi nell’anno sono invece concentrate sulle nuove tipologie di opere su carta, in gran parte nate dall’esperienza giapponese.
“[…] e poi ci sono i colpi di pennello, dati con semplicità senza nessuna maestria, soprattutto colpi di rosso, è il primo colore […] C’è l’Oriente, ma in questo uso indifferenziato di mettere i colori tutti insieme senza mai mescolarli, c’è anche la tradizione, l’arte, l’artigianato del Brasile, del Guatemala, del Perù, degli Opi, degli Esquimesi. È lì che trovi ancora la creatività diffusa, non inquadrata in ruoli e spazi come da noi”.
Febbraio, Galleria di Lucio Amelio di Napoli: mostra memorabile intitolata “Tra se e sé” dall’espressione relativa all’immagine speculare della testa e delle mani dell’artista, già declinata in bianco e nero negli anni settanta e ripresa qui con chine colorate, motivi astratti e calligrafia. AB realizza proprio per l’amico gallerista questi undici grandi disegni (150 x 100 cm) che sono tutti riprodotti come tavole a piena pagina nello splendido catalogo, dal formato tipico della galleria. Nel mese di marzo, a Milano, vengono inaugurate lo stesso giorno (25 marzo) due mostre importanti.
L’esposizione presso lo Studio Casoli presenta esclusivamente opere su carta, tutte eseguite in Giappone su carta pieghettata con il calligrafo di Osaka tra cui quelle relative a diversi nomi di venti, Undici parole sparse nel vento e il grande dittico Ordine e Disordine, eseguito in ideogrammi, risposta orientale al binomio “quadrato” Ordine e disordine boettiano. A proposito del gesto del calligrafo sulla carta ancora piegata, AB aveva precisato a Sandro Lombardi nelle conversazione già qui citata: “Il momento culminante di tutta l’operazione resta comunque quello dell’esecuzione dell’ideogramma, che viene tracciato sempre in un colpo solo e il pennello, che all’inizio è carico d’inchiostro, risulta alla fine quasi asciutto”.
L’altra esposizione è allestita presso la Galleria Christian Stein. AB presenta in particolare due imponenti fregi (150 x 700 cm), composti da sette elementi ciascuno: nella parte inferiore si rincorrono schiere di scimmie realizzate a china in diversi colori, mentre nella zona superiore, quasi monocromatica, scorrono disegni e collage composti da cartoline, ritagli di giornali, e scrittura calligrafica.
“Queste piccolissime forme che faccio con la carta ritagliata, sono moduli da utilizzare con molta velocità, con molta leggerezza, come credo facessero i pittori dell’impero romano che probabilmente usavano degli stampini. La cosa importante che diventa anche felicità è definire una forma : scegli una certa scimmia che danza, o una pantera e inventi l’immagine con mezzi manuali anche molto semplici, la puoi riprodurre. Questa e l’alchimia che rende visibile la felicita”.
Maggio, Galleria Alessandra Bonomo di Roma: AB prepara per l’occasione un cartone d’invito che riporta il nome di Alessandra spezzato come per una pieghettatura riaperta, sul modello degli ideogrammi realizzati con Enomoto.
A metà agosto la Städtische Kunsthalle di Düsseldorf presenta la collettiva “Similia Dissimilia, modes of abstraction”, a cura di Rainer Crone. L’esposizione verrà riproposta a New York durante l’autunno in tre spazi: nel Wallach Fine Arts Center della Columbia University, nella Galleria di Leo Castelli e nella Galleria Ileana Sonnabend. Boetti espone opere appartenenti al periodo Arte Povera (Sedia, Colonne e Colori) insieme a un lavoro su carta dell’87 (Tra sé e sé). Nel catalogo il curatore John B. Ravenal così conclude la scheda critica riguardante l’artista: “Boetti mina (undermines) la tirannide della coerenza inserendo crepe e paradossi nelle nostre consuetudini percettive(…)”. Il 5 dicembre a New York la Galleria John Weber pre- senta una personale di AB, con undici Tra sé e sé, tutti dell’87, un disegno a tecnica mista intitolato Via del Pantheon 57, immagine proposta come invito, e due lunghi fregi basati sul collage di Cartoline astratte e Cartoline etrusche e altre.
A conclusione dell’anno si apre a Torino una piccola ma preziosa mostra presso la Galleria In Arco, intitolata “Giacomo Balla Alighiero e Boetti”, con opere su carta. L’invito riporta un “haiku” di Boetti:
“Gli opposti si annullano, gli intermedi si acquietano, i vicini si respingono, ma una foglia che ci fa per terra?”.
In uno dei collage esposti si legge inoltre: “La naturale parità del paragone”.