Si conclude la serie dei Viaggi postali; una parte di Dossier Postale è presentata in gennaio a Bologna alla “Terza Biennale Internazionale della giovane pittura”. Boetti inizia i primi lavori basati su permutazione e combinazione di francobolli: il primo Lavoro postale, composto da tre francobolli (con sei possibilità combinatorie, quindi sei buste) viene spedito alla Galleria Sperone.

Alighiero Boetti durante la realizzazione del Dossier, Milano 1970. Foto Giorgio Colombo

In aprile a Monaco, nel corso della rassegna “Aktionsraum 1”, effettua una sequenza di azioni, tra cui una conferenza in due lingue, esperanto e italiano; lo strappo graduale di un foglio secondo il meccanismo di Raddoppiare dimezzando; infine, per la prima volta, la scrittura murale a due mani, contemporaneamente verso destra e verso sinistra con il testo “puntopuntinozerogocciagerme”.

 Alighiero Boetti davanti al Manifesto alla galleria Franco Toselli a Milano 1970, foto Paolo Mussat Sartor

Alighiero Boetti davanti al Manifesto alla galleria Franco Toselli a Milano 1970, foto Paolo Mussat Sartor

Cimento dell’armonia e dell’invenzione (declinato in più fogli) e Millenovecentosettanta sono le sue opere più innovative e di sicuro più presenti in tutte le mostre personali o collettive che, in ambito europeo, definiscono la nascita dell’arte concettuale. Di Millenovecentosettanta, quadrato di quarantanove lettere, esiste una versione in pizzo e un’altra in ghisa a rilievo su e attorno alla quale AB spruzza un alone di vernice verde in occasione di ogni allestimento. Questa “messa al quadrato” di una data è all’origine di tutti i “quadrati” di linguaggio degli anni successivi.

Alighiero Boetti, 1970. Foto Paolo Mussat Sartor

In “Conceptual art, arte povera land art”, esposizione internazionale curata da G. Celant tenutasi alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, AB espone Millenovecentosettanta in ghisa, immagine scelta come manifesto della mostra stessa.

Tra le altre esposizioni concettuali è di sicuro rilevante “Processi di pensiero visualizzati” presso il Kunstmuseum di Lucerna, a cura di J.C. Amman, dove AB, nelle pagine messe a sua disposizione in catalogo, presenta quattro disegni essenziali abbinati a quattro citazioni poetiche di Jonson, Yeats, Roheim e Hopkins.

Continuano le sperimentazioni su carta quadrettata. Dopo il ricalco e la quadratura di parole, appare nel ’70 una nuova pratica: su semplici foglietti di bloc-notes, AB comincia a scrivere con le virgole, sistema che svilupperà dal ’72 in poi nei lavori a biro.

Per tutta l’estate si ritira, “accampato” nella galleria milanese di Franco Toselli, “chiusa per ferie”: porta al suo sviluppo estremo il gioco speculare tra segni combinatori su una superficie quadrettata, già avviato nel ’67 su scacchiera di legno poi con segni colorati su fogli da disegno; così crea Estate 70, un rotolo lungo venti metri, coperto da migliaia di bollini autoadesivi. Lo stesso meccanismo colorato sarà alla base di un progetto di piastrelle da bagno, mai realizzato.

AB mentre spruzza Millenovecentosettanta, 1970 – Foto Giorgio Colombo

Alla fine dell’estate AB, nella sua mania seriale, progetta di mettere in ordine progressivo (decrescente) persino la geografia, scommettendo sulla classificazione dei fiumi del mondo, ben oltre i modesti elenchi proposti dalle enciclopedie. Coinvolge la sua compagna nell’impresa. In ottobre Annemarie Sauzeau avvia il progetto di classifica dei mille fiumi più lunghi del mondo, prende i primi contatti editoriali con l’Istituto De Agostini di Novara, con il progetto Geopaedia per Pergamon Press a Londra, e inizia una complessa acquisizione di dati scientifici inediti tramite dialogo “epistolare” con istituti geografici e dipartimenti universitari d’Africa, d’America latina e d’Asia.

La lunga avventura si concluderà nel ’74 con la redazione finale, mentre solo tre anni più tardi avverrà la pubblicazione di Classifying, the thousand longest rivers in the world, volume di oltre mille pagine. L’idea che anima il progetto è chiara fin dall’inizio:
È un lavoro linguistico nato sull’idea delle classifiche, è fatto sulla misurazione, la geografia non c’entra per niente”.

Alighiero Boetti all’inaugurazione della mostra di Mel Bochner – Galleria Toselli di Milano, 1970. Foto Giorgio Colombo

La posizione concettuale di AB si conferma durante tutto il 1970. Ad esempio in autunno presso il Kunstverein di Hannover, AB partecipa alla rassegna video “Identifications” organizzata da Gerry Schum con una performance in cui, in piedi, di spalle al pubblico, scrive sul muro con le due mani contemporaneamente la frase: Giovedì venti quattro settembre mille nove cento settanta.

AB scrive a due mani 1970 foto di Paolo Mussat Sartor

AB scrive a due mani 1970 foto di Paolo Mussat Sartor

A Roma, l’anno si chiude con la partecipazione a un’importante esposizione collettiva: “Vitalità del negativo 1960-70”, a cura di Achille Bonito Oliva, organizzata dagli Incontri internazionali d’Arte presso il Palazzo delle Esposizioni. Boetti espone Cimento dell’armonia e dell’invenzione, nella versione di venticinque fogli.

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